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Esperti italiani e stranieri a confronto sulle strategie di gestione dei boschi cedui nel sud Europa a fronte dei cambiamenti climatici

FFC convegno finaleValutare la sostenibilità delle diverse modalità di gestione dei boschi cedui è stato l’obiettivo del progetto Life FutureForCoppiceS, coordinato dal CREA con il suo Centro di ricerca Foreste e Legno in collaborazione con Fondazione Edmund Mach, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Sassari, Agenzia Forestas e Ente Terre regionali toscane. I risultati del progetto sono stati presentati al workshop finale “Gestione sostenibile dei boschi cedui: indicazioni per il futuro dall’eredità di prove sperimentali” che ha riscosso un notevole successo con oltre 140 partecipanti.

Il progetto è nato con l’intento di implementare lo sviluppo di una Gestione Forestale Sostenibile del bosco ceduo nell’Europa meridionale. Il ceduo è una forma di gestione antica, basata sulla capacità, tipica delle latifoglie, di produrre nuovi fusti dalle ceppaie tagliate e che nel bacino del Mediterraneo interessa una superficie di circa 23 milioni di ettari (oltre il 10% delle foreste europee), di cui 3,7 in Italia (oltre il 40% della superficie forestale in Italia). Nonostante l’ampia diffusione, però, i boschi cedui sono scarsamente considerati negli scenari di gestione forestale sostenibile. 

Proprio per queste ragioni, i ricercatori del CREA e i partner coinvolti, hanno confrontato 3 diversi metodi di gestione del ceduo (ceduo tradizionale, evoluzione naturale e conversione ad alto fusto tramite diradamenti), analizzando i risultati di prove sperimentali di lungo termine, realizzate a partire dal 1969 in 45 differenti aree di studio. Partendo, quindi, dai 6 criteri di Gestione Forestale Sostenibile messi a punto a livello europeo (FOREST EUROPE), sono stati calcolati 38 indicatori (12 consolidati e 26 nuovi, sviluppati appositamente per essere meglio adattati ai cedui) per valutare l’efficacia di ciascun approccio gestionale nell’assicurare, oltre ai tradizionali prodotti (legna da ardere, biomasse ad uso energetico, funghi, tartufi, miele, selvaggina…), anche altri beni e funzioni offerti dalle foreste (protezione idrogeologica, stoccaggio del carbonio), secondo gli obiettivi della European Forest Strategy. 

Ne è emerso che ciascuna opzione favorisce alcuni aspetti della sostenibilità piuttosto di altri e, conseguentemente, la coesistenza fra i diversi metodi di gestione garantisce maggiori livelli di sostenibilità complessiva. A livello territoriale, il “mosaico” che scaturisce dall’applicazione dei diversi metodi è in grado di assicurare una molteplicità di funzioni: dagli aspetti legati al ciclo del carbonio, allo stato di salute e vitalità degli ecosistemi forestali, dalle funzioni ambientali come la biodiversità e l’energia da scarti legnosi, fino ad arrivare a quelle socio-economiche come la produzione legnosa e i valori ricreativi. Molteplicità di funzioni che rappresentano un elemento di garanzia in un quadro di cambiamenti climatici. 

Tra gli interventi particolarmente apprezzati nel corso del workshop quello del prof. Becker dell’Università di Friburgo, di Rastislav Rasi di Forest Europe-Bratislava e di Alessandra Stefani, Direttore Generale delle Foreste del Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (MIPAAFT).